LE MINACCE. Era un’attivista instancabile per i diritti umani dell'International Solidarity Movement che più volte ha partecipato ad azioni e campagne radicali in favore della popolazione della Striscia dove vive da tre anni. Due anni fa era stato minacciato di morte da un sito statunitense di estrema destra. Lo aveva rivelato lui stesso sul suo blog "guerrillaradio". Sul sito stoptheism.com, nato proprio per combattere il movimento di Arrigoni International Solidarity Movement, veniva indicato come bersaglio numero uno per le forze armate israeliane, con tanto di foto e dettagli che permettevono di identificarlo, come un tatuaggio sulla spalla. Era stato anche arrestato il 18 novembre 2008, insieme a un cittadino americano e un britannico, tutti membri del Movimento di Solidarietà Internazionale (Ism) e a 14 pescatori palestinesi, da un guardacoste della marina israeliana vicino alla costa di Gaza. Secondo i militari, i pacifisti e i pescatori erano a bordo di tre pescherecci che si trovavano al di fuori della zona di pesca autorizzata dalle autorità israeliane.
TRA I PACIFISTI A BORDO DELLA "FREE GAZA". Ancora prima, il 16 settembre dello stesso anno, il volontario era stato lievemente ferito mentre, insieme con una collega, aveva accompagnato in mare i pescatori. Vittorio era tra i pacifisti a bordo delle imbarcazioni della missione internazionale "Free Gaza", diretta nell'agosto 2008 verso le coste della Striscia nel tentativo di forzare il blocco israeliano portando aiuti umanitari. "Restiamo umani" è anche il titolo di un libro scritto sull'assedio di Gaza da parte degli israeliani. In quelle pagine Vittorio ha ricostruito le "tre settimane di massacro" subite dai palestinesi dal punto di vista dei pacifisti.
Vittorio insieme ai bambini palestinesi
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